Gesù disse loro: "Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto:
Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse.
Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea".
Allora Pietro gli disse: "Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò".
Gesù gli disse: "In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte".
Ma egli, con grande insistenza, diceva: "Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò". Lo stesso dicevano anche tutti gli altri. (Mc 14, 27-31)
La dispersione non è data perché è finita la cena, ma perché Colui che li tiene uniti sarà colpito. Questo fatto toccherà tutti. Teniamo d’occhio questa espressione: “tutti”, perché attraversa tutta la Passione di Gesù. Tutti patiremo lo scandalo, tutti cadremo a terra, perché inciamperemo. La parola “scandalo” richiama un inciampo posto lungo la strada e che fa cadere. Tutti debbono mettersi davanti a questa certezza: accogliere questa parola autorevole di Gesù, accettando che la causa dell’inciampo sia proprio Lui: Gesù, il maestro, la guida, l’amico! Questa dispersione, per nostra consolazione, non durerà a lungo perché, come ci rassicura Gesù: “Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”(Gv. 12,32). Adesso però siamo nel momento della dispersione e ci debbono far riflettere le parole di Gesù già anticipate nella spiegazione della parabola del seminatore: “non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono (ovvero, cadono per terra)” (Mc. 4,16s). Quel Gesù che li ha chiamati a sé, ora causerà la loro dispersione.
Pietro oppone alla Parola di Gesù la sua parola. Questo era già avvenuto a metà del Vangelo nel passaggio dalla prima alla seconda parte. Ecco la Parola di Gesù: “E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente.” Ecco la parola di Pietro: “Allora Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma Gesù voltatosi e guardando i discepoli rimproverò Pietro e gli disse: - Lungi da me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” (cfr. Mc. 8,31-33). Anche ora Pietro non “va indietro”. Ancora una volta si vuole mettere davanti. E così Gesù è costretto, come ha fatto con Giuda (siamo sempre nella cerchia dei Dodici), a smascherarlo. Inizia così il “battesimo” di Pietro. “Tre volte (cioè decisamente) mi rinnegherai”. Così Gesù gli fa prendere coscienza delle due verità di fede fondamentali: il suo essere radicalmente peccatore e il suo bisogno di Gesù Salvatore. Se Pietro non prenderà coscienza del peccato dell’uomo che è anche in lui, non potrà prendere coscienza del perché Gesù muore per gli uomini e muore anche per lui. Se Pietro non prende coscienza del suo peccato, come potrà predicare il perdono portato da Gesù?
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