"Il futuro della Chiesa può dipendere, anzi certamente dipenderà anche nel nostro tempo, dalla forza di quei credenti che hanno radici profonde, e vivono un'esistenza ricolma della luminosa pienezza della fede [...].
Sarà certamente una Chiesa consapevole della sua natura di realtà religiosa, che non si accrediterà sulla base della sua potenza politica e non amoreggerà né con le «destre » né con le «sinistre ».
Avrà un’esistenza faticosa, poiché la sua nuova configurazione e il suo rinnovamento le costeranno una purificazione nella quale si consumeranno anche molte delle sue forze migliori.
Sarà una Chiesa che ha imboccato la strada della povertà, e sarà in particolare la Chiesa dei piccoli e dei deboli: un processo, questo, tanto più delicato e rischioso, in quanto dovrà guardarsi e dalla grettezza di parte e dalla testardaggine magniloquente.
Si può prevedere che ciò sarà valido per ogni tempo.
Sarà un’evoluzione lunga e tortuosa: proprio come lo è stata la via che partendo dalle false istanze progressiste, diffuse alla vigilia della rivoluzione francese, ha condotto fino al rinnovamento effettivo del XIX secolo.
In base a queste istanze, anche a dei vescovi poteva sembrare imperativo dell’attualità e inesorabile « linea di tendenza » deridere i dogmi, e addirittura lasciare intendere che l’esistenza di Dio non potesse darsi in alcun modo per certa.
Ma, dopo la prova di simili divisioni, sgorgheranno sorgenti limpide e feconde.
Gli uomini di un mondo in tutto e per tutto « programmato » si ritroveranno in una indicibile solitudine. Quando Dio sarà completamente scomparso dal loro orizzonte, essi proveranno sulla loro pelle una miseria terribile e senza confini.
Scopriranno allora la piccola comunità dei credenti come un fatto del tutto nuovo, una novità assoluta: come una speranza che è anche per loro, come la risposta a una domanda che li ha sempre nascostamente inquietati.
Per questo sono certo che si preparano per la Chiesa tempi molto difficili.
La sua « crisi » vera e propria è solo appena cominciata."
(Josef Ratzinger, tratto dal libro Glaube und Zukunft, pp. 120s e 123ss)
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