Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente

domenica 2 aprile 2017

È ora di combattere

Don Dolindo Ruotolo nacque a Napoli il 6.10.1882. Autore di un poderoso Commento alla Sacra Scrittura in 33 grossi volumi, di scritti di Teologia, di Ascetica e di Mistica, di migliaia di lettere di direzione spirituale; fine psicologo e conoscitore della problematica dell'anima umana, consacrò ogni attimo della giornata alla preghiera, alla penitenza, all'ascolto attento di quanti a lui si rivolgevano.
Morì poverissimo, a Napoli, il 19.11.1970, fiaccato nel corpo da una paralisi portata avanti per dieci anni, ma sostenuto da meravigliosa forza e freschezza d'animo, sino alla fine. Così scriveva nel testo "Riflessioni sul Santo Rosario di Maria":

"...La corona non è semplicemente un oggetto per contare una serie di Ave Maria, di Pater, di Gloria, ma è come un libro che il cristiano — anche il più ignorante — porta con sé e legge; è un legame di amoroso ricordo che ci unisce a Gesù e a Maria; è una collana di perle celesti, perché ogni granello è un tesoro di indulgenze e un pegno di misericordia per i meriti di Gesù e di Maria.
I grani del Rosario sono come lo svolgersi di una pellicola cinematografica, perché ricor- dano i grandi Misteri della Redenzione e li ripresentano all'anima. L'anima è come lo schermo sul quale si riproducono, ed in quella visione essa si mantiene ancora fedele a Dio e alla Chiesa.
Senza il Rosario chi avrebbe più ricordato i Misteri della Redenzione? Eppure il loro ricordo è il segreto della vita interiore, ed è indi- spensabile perché noi possiamo essere cristiani veri e portare il suggello di Gesù.
In mezzo alle disarmonie di questa nostra vita rilassata, il Rosario è strumento, arpa,salterio di dieci corde per ogni gruppo di ar- monie, che fa risuonare ancora la terra di canti d'amore, e nella vita materialissima che viviamo è come una lucida nube di spiritualità che si leva da ogni casa e da ogni cuore.
Chi suona l'arpa non riproduce una musica scritta da un genio musicale? e non ricalca, colle dita sulle corde, dolcissime note che furono scritte dalla tenerezza di un cuore e furono stampate sotto la pressura di un torchio?
Ebbene, noi, recitando il Rosario riproduciamo le note di Amore sgorgate da Gesù e da Maria nei Misteri della loro vita, e sui grani della Corona cantiamo i cantici di quell'amore che ci redense.
Nell'anima risuonano le armonie di quest'amore e nella terra desolata si sente l'osannare di quella Carità che ci avvolse in un potente amplesso di amore.
Come un esercito ha la sua vibrante marcia che segna il passo ai militi della forza, così il Rosario è la sinfonia amorosa che segna il passo alla Chiesa militante. È come il canglore delle trombe che accompagnarono l'Arca nell'assedio di Gerico, e scossero le sue mura dalle fondamenta."

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