Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente

sabato 8 aprile 2017

Fiat lux... La domenica delle palme


di Gennaro Cangiano. 

Il Vangelo di Marco così descrive l'ingresso di Gesù a Gerusalemme (Mc 11, 1-11):

"Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli 
e disse loro: "Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. 
E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito". 
Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. 5E alcuni dei presenti però dissero loro: "Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?". 
Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. 
Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. 8E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. 
Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano:
Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!
Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betània."

I lettori di Marco sono invitati a riflettere su quanto accade e a considerare che il senso degli eventi è più profondo di quanto si potrebbe pensare ad uno sguardo superficiale. Quello di Gesù non è un ingresso come tanti, lui non è un pellegrino qualsiasi che si reca nella città santa per la Pasqua, ma qualcosa di più. L'evangelista lo presenta come il Messia che fa il suo ingresso solenne come gli antichi re; è probabile che Gesù abbia voluto compiere questo gesto simbolico al suo ingresso in Gerusalemme (per il vangelo di Marco Gesù si reca una sola volta nella città santa) per indicare la sua identità e il senso di quanto gli stava per accadere, il senso della sua missione e della sua prossima morte. Lo svolgersi del racconto ci sorprende perché l'evangelista spende ben 7 versetti per parlarci dell'animale che Gesù utilizza per il suo ingresso nella città santa, un puledro (che da Mt 21,5 sappiamo essere un asinello). Un fatto analogo, apparentemente privo di significato, ma a cui è dato ampio spazio, è narrato in Mc 14,12-16, quando i discepoli saranno incaricati di preparare la pasqua (ossia la cena pasquale con il Maestro). In realtà il brano racchiuso tra il 2° e il 6° versetto ha molte risonanze messianiche: Gesù cavalcando un asinello si mostra come colui che realizza diverse profezie legate al re Messia (Zc 9,9;14,4-5; Gn 49,9.11), mentre i vv. 7-8 si riallacciano ad episodi AT di intronizzazione (1Re 1,30-40; 2Re 9,13). Ma perché si ha la sensazione (fondata) che il protagonista del brano sia l'asino? Per capirlo dobbiamo porre la domanda in modo diverso: Gesù cosa è venuto a fare? A sciogliere e a slegare l’asino che ha ora la capacità di servire e, dove c’è questa capacità di servire, si realizza il Regno di Dio; perché il Regno di Dio è amore, è questa capacità di servizio reciproco. Nel primo giorno della nuova creazione questo è il "Fiat lux"; e luce sia.

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