Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente

giovedì 11 maggio 2017

Jaques Maritain, antimoderno o ultramoderno?

Nel 1982, l'Università Cattolica di Milano organizzò un convegno su Maritain e, nell'occasione, Giovanni Paolo II inviò un messaggio nel quale si esprimeva un generoso e ponderato riconoscimento del valore e dell'importanza del pensiero di Maritain, centrato su caratteri quali il primato della sfera spirituale, l'affermazione dei diritti della persona e la ricerca dei mezzi di azione corrispondenti alla dignità umana. «Senza dubbio -osservava Nicola Abbagnano - questi temi sono anche quelli sui quali oggi lavora la filosofia laica positiva, cioè quella che non si chiude nella critica distruttiva della società contemporanea o nell'attesa dell'Apocalisse. Solo che Maritain scelse come punto di riferimento costante per lo sviluppo di quei temi la filosofia di San Tommaso che, col suo solido realismo, gli forniva un appoggio sicuro contro tutte le negazioni e le intemperanze.»
La scelta neoscolastica di Maritain può essere ovviamente valutata in modi diversi, non ultimo quello dell'assoluta inattualità eantimodernità di un pensiero cresciuto in epoca medioevale. E ciò anche alla luce del fatto che nella Chiesa cattolica, ma non solo, la filosofia di San Tommaso ha cessato di essere la sola filosofia ammessa dall'autorità religiosa. «Eppure - osserva ancora Abbagnano - il richiamo a San Tommaso o a certi punti cardine della sua dottrina, è valso spesso, e ancora vale, a impedire gli scantonamenti teologici o a limitarne gli effetti negativi sulla fede religiosa. A rendere più efficace questo richiamo hanno contribuito soprattutto pensatori cattolici che hanno visto nel tomismo, non già l'antitesi alla filosofia moderna ma un modo per comprenderla e valutarla, cogliendone gli insegnamenti essenziali. Maritain si può ritenere difatti il miglior mediatore che la filosofia cattolica abbia avuto con la filosofia laica contemporanea.»

Maritain ha negato l'idealismo e l'immanentismo, rifiutando così di riconoscere nella soggettività umana una sorta di principio creatore del mondo. Scegliendo il realismo critico, non ha fatto altro che porre come solida base di ogni conoscenza valida la realtà oggettiva così come si manifesta all'uomo. 
I compiti della filosofia erano, per Maritain, risolvibili nella "conoscenza scientifica che, mediante la luce naturale della ragione, considera le cause prime o le ragioni più alte di ogni cosa" 
«San Tommaso e Aristotele (al quale San Tommaso si ispirava) sono perciò, secondo Maritain, i maestri filosofici che non subiranno tramonti finché l'uomo vorrà porre su solide basi, non solo la sua conoscenza, ma l'intera sua vita spirituale. E da questo punto di vista - prosegue Abbagnano - il tomismo non è un sistema chiuso da prendere o lasciare ma una saggezza essenzialmente aperta e senza frontiere che può affrontare ogni nuovo problema che nel campo della conoscenza o della vita si presenti all'uomo. Esso non si oppone alla scienza, ma dal suo canto la scienza, con tutti i suoi progressi e le sue innovazioni, non può contraddirlo perché parte dal riconoscimento preventivo della realtà dei suoi soggetti: riconoscimento che è per l'appunto il realismo tomistico.»
L'approccio antimoderno non sfocia in Maritain in una affermazione dogmatica del neotomismo, ma pretende di pervenire ad un superamento ultramoderno, delle aporie e dei limiti del pensiero moderno da Cartesio in poi. L'Antimoderno di Maritain diventa così "una filosofia per i tempi nuovi". «Così va inteso l'umanesimo integrale, che è prima di tutto valorizzazione dell'uomo in termini di integralità dell'uomo in termini di integralità antropologica integrazione assiologica. Si tratta infatti di un umanesimo che vuole porre al centro dell'attenzione tutto l'uomo, e dunque essere rispettoso dell'integralità della persona umana, valorizzare quanto quanto vi è di positivo nelle diverse concezioni dell'uomo realizzando una loro feconda integrazione. E' questo il duplice significato dell'aggettivo "integrale" con cui Maritain qualifica il suo umanesimo, connotato come un "ideale storico concreto" da individuare attraverso una pars destruens (la critica alla "tragedia dell'umanesimo") e una pars construens (la proposta di una "nuova cristianità").»

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari