Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente

lunedì 23 ottobre 2017

Parliamoci chiaro

di Gennaro Cangiano.  

Cerchiamo di capirci... Sezionare ogni giorno ogni parola ed ogni gesto di vescovi e Papa, allo scopo di ravvisare se ci sia o meno un'eresia, velata o palese, nasconde la malafede di chi si impegna in tale lavoro. Una volta i fedeli sapevano giusto il nome del Papa, ne leggevano i comunicati ufficiali e tutto il resto rimaneva o nelle mura vaticane o, forse, nel clero più vicino alla curia. Le polemiche e gli attacchi erano per lo più esterni ed il mondo cattolico tendeva a fare fronte unico contro di essi. Il popolo cattolico viveva la propria fede così come l'avevano vissuta i propri padri ed i propri nonni prima di esso con pochissime variazioni per lo più di natura superficiale, ma mai sostanziale. Oggi invece pare che la Fede dei cattolici dipenda nevroticamente dalle parole e dalla volontà del Papa; ebbene ho per voi una notizia: non è così.
La Fede dipende da Dio e Dio non dipende da alcuno, altrimenti non sarebbe Dio. Indipendentemente da quello che dice il Papa la mattina mentre canticchia nella doccia, nessuna delle sue parole ha in nessun modo la possibilità di intaccare le verità di Fede anche se volesse; la Verità non risiede nella loquacità del Papa, ma nell'immutabile essenza di Dio per sè sussistente. Questo significa che, al più, il Papa può mettere a repentaglio la salvezza della sua anima tradendo il mandato apostolico e così anche preti e vescovi, ma la mia salvezza non dipende da loro; la mia salvezza dipende da Dio e da quanto io sia disposto a conformarmi a Cristo. Quello che veramente è importante è che, al di là delle chiacchiere, i sacramenti necessari alla salvezza siano amministrati così come avviene da millenni; poi quello che pensa e dice il prete che li amministra è ininfluente sull'azione della Grazia che ne deriva. Oggi non siamo più in maggioranza analfabeti, sappiamo leggere sia le scritture sacre che gli atti magisteriali e, da questo punto di vista, siamo anche in grado di riconoscere una sciocchezza quando ci viene propinata. Il capo dei Gesuiti ad esempio dice che il Diavolo non esiste, che è un simbolo? Per chiunque è facile capire che è un'emerita sciocchezza, basta che abbia letto i vangeli e conosca la tradizione della Chiesa, come tutti quei fedeli che hanno partecipato a preghiere di liberazione sugli ossessi; come le persone che hanno conosciuto preti come Gabriele Amort o Matteo La Grua. Il problema non è nostro, ma del capo dei gesuiti nei confronti di Dio. Vescovi e preti dicono che divorziati risposati possono accedere all'Eucarestia? Chiunque può leggere quello che Gesù stesso ha dichiarato nei Vangeli, ma anche quello che millenni di tradizione ecclesiale proclamano. Il problema non è nostro, ma purtroppo è il loro, nella misura in cui tradiscono la loro missione apostolica. San Paolo è chiarissimo in materia: "chiunque vi proclami un Vangelo diverso sia anatema". Quindi sia anatema chi, pur proclamando una dottrina in contrasto con il Vangelo, continua a dichiararsi cattolico, mentre probabilmente non è nemmeno cristiano. E già, perché per potersi chiamare cattolico chiunque deve ritenere Verità assoluta che:

Dio è uno nella sostanza e trino nelle persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Gesù Cristo è figlio di Dio, seconda persona della Santissima Trinità, incarnato nel seno della Vergine Maria, morto crocifisso per redimere gli uomini dal peccato e salvarli dalla soggezione del maligno, risorto il terzo giorno ed assiso alla destra del Padre.
Gesù Cristo è realmente presente nel santissimo sacramento dell'eucarestia, la cui celebrazione rinnova, per i presenti al rito e per tutta la Chiesa, il sacrificio del Golgota in maniera incruenta.
E' possibile per i fedeli accedere a tale sacramento solo se in Grazia di Dio, solo cioè se assolti dai propri peccati e, quindi, in quel momento santi per Grazia.
Il potere di assolvere i peccati è dei sacerdoti cattolici non in quanto uomini, ma in quanto in comunione con l'unico sommo sacerdote che è Cristo e su Suo preciso mandato apostolico.
La Chiesa è il corpo mistico di Cristo ed è per questo Santa; chi è in peccato mortale, chi cioè non partecipa o non partecipa più, per propria colpa, di tale santità, non è parte della Chiesa e, qualora la morte sopraggiungesse senza che ci sia un sincero pentimento per tale colpa, l'anima del defunto sarebbe destinata alla dannazione eterna.
La Chiesa è una perchè uno è Dio e fuori di essa non vi è salvezza, in quanto solo In Cristo è dato agli uomini di essere salvati.
La Chiesa è a guida gerarchica, per volontà divina, sotto la responsabilità dei vescovi in comunione con il Papa.
La gerarchia ha il dovere di proclamare il Vangelo a tutti gli uomini, predicando la salvezza in Cristo e l'invito alla conversione, amministrando i sacramenti ed insegnando la Parola di Dio al popolo senza aggiungere o omettere nulla dell'insegnamento di Cristo.
Il Papa gode dell'infallibilità nella proclamazione delle verità di Fede.
I dogmi sono verità di Fede proclamate e, come tali, devono essere creduti da tutti i cattolici.
Nessuno, Papa compreso, può contraddire dogmi di Fede o dettati evangelici.

Qualora quindi qualcuno sostenesse cose diverse non sarebbe, di fatto, cattolico. Il problema dello scandalo che rappresenta un vescovo o un prete o chiunque che sostenga cose diverse, deve essere inteso per quello che è e non deve essere assecondato, né preso realmente in considerazione. Ogni cattolico deve avere coscienza di cosa crede e non prestarsi ad ogni venticello eretico che soffia... Chi soffia in quel vento non è Dio. Ed è nella tradizione che i cattolici trovano gli appigli sicuri per il proprio discernimento, come negli scritti di Sant'Agostino che, propriamente, è un dottore della Chiesa.
La necessità di difendere l'ortodossia cristiana dalle eresie scandisce infatti la soluzione dei maggiori problemi teologici. La polemica contro i manichei e la loro visione dualistica del mondo porta Agostino a sottolineare la bontà della creazione, la trascendenza di Dio e la superiorità dello spirito sulla carne, che diventa la base della sua gnoseologia.
Contro il donatismo, movimento africano sostenitore di una Chiesa "pura", Agostino afferma che la Chiesa è una società visibile, composta di santi e di peccatori, e che l'efficacia dei sacramenti non dipende dalla vita morale di chi li amministra, ma dalla grazia divina che opera in essi.
Contro il pelagianesimo (dottrina elaborata dal monaco bretone Pelagio, che sosteneva la capacità dell'uomo di fare e scegliere il bene nonostante il peccato originale e quindi di salvarsi con le sue sole forze) Agostino ribadisce la presenza del peccato originale e la necessità della grazia per ottenere la salvezza (De natura et gratia).
Il De Trinitate (399-426) è la vetta della speculazione dei primi secoli cristiani sulla Trinità: per spiegare il mistero delle persone divine, Agostino ricorre ad analogie con le creature e con l'animo umano, chiarendo come le tre persone sussistono in un'unica natura distinguendosi per le diverse relazioni. Dio padre genera la sua sapienza, il Verbo, che è figlio; la relazione d'amore tra Padre e Figlio è lo Spirito Santo. Analogamente, in ogni uomo pensiero, conoscenza e amore, pur potendosi distinguere, sono strettamente congiunti nell'unità della coscienza; Agostino rintraccia la presenza di triadi unificate in tutto l'universo, che riporta l'impronta del creatore. Nel De civitate Dei (La città di Dio), infine, delinea una teologia della storia che vede contrapporsi due città, una terrena e una divina: la prima cerca il benessere, la seconda la pace eterna. Nel corso della storia le due città si mescolano, la separazione tra buoni e cattivi avviene nell'aldilà e si conclude con il giudizio universale.

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