Esamina te stesso: ti compiaci quando qualcuno ti onora e ti osanna? Ti senti turbato se qualcuno ti offende, ti trascura o ti sottovaluta? Se è così, allora non sei ancora morto a te stesso. Il fatto che il corpo dell’uomo vecchio sia morto significa che la devozione a Dio è divenuta sincera e segue i parametri divini disfacendosi delle apparenze, delle lusinghe, dell’ostentazione e di quella micidiale religiosità artificiosa. “Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità” (Gv 4,24). Questo versetto significa che Dio non incontra l’uomo se non nel suo spirito. L’adorazione offerta attraverso la propria interiorità spirituale, a differenza di quella intellettuale o emotiva che si arresta e si disperde, resta stabile e non si disperde mai. Una tale adorazione, infatti, non dipende da ciò che abbiamo appreso intellettualmente né dal nostro stato emotivo quanto piuttosto da ciò che viviamo nello spirito (“Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”, Gal 2,20). Perché sia sempre più puro, questo tipo di adorazione è messo alla prova.
Esamina te stesso: la tua devozione e la tua preghiera diventano più ferventi quando vieni lusingato? Il tuo zelo aumenta quando sei davanti alle persone o alle autorità? Se è così, allora non sei ancora morto a te stesso.
Il fatto che l’uomo vecchio sia morto significa dimorare continuamente in Cristo, in un modo via via sempre crescente. Indici di ciò sono la preghiera continua che nasce dal cuore e l’incessante desiderio di prostrarci, sopraffatti dalla sensazione di trovarci in presenza del Signore e accompagnati da un incrollabile pace interiore. Il fatto che l’uomo vecchio sia morto significa un’aderenza costante a ciò che la parola del vangelo rivela. Significa che ogniqualvolta si legge il vangelo si fa esperienza di un’illuminazione infinita. Ognuna di queste illuminazioni svela, immediatamente, una lacuna prima nascosta. Allora, l’uomo si sottomette solertemente alla correzione della Verità e si ravvede diligentemente, senza discutere né giustificarsi. . proprio questa, in senso pratico, l’umiltà da tenere sotto l’azione delle mani di Dio. Questo è l’unico cammino per la pienezza spirituale.
Esamina te stesso: il vangelo ti aiuta a riconoscere meglio i tuoi peccati e a scoprire ogni volta le imperfezioni nella tua vita?
tratto da: Matta El Meskin, La gioia della preghiera
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