Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente

lunedì 5 luglio 2021

Benvenuti a zombiland


In un primo momento anche io, come tutti credo, ho prestato ascolto alla narrativa epidemica di Stato, dandole il credito che deriva dalla consapevolezza di chi ha visto smantellare pezzo per pezzo, negli ultimi 10-12 anni, quello che una volta era un buon sistema sanitario nazionale.
Al di là della narrazione di Conte e di Speranza, cioè, mi convinceva alla prudenza il fatto che l'Italia avesse solo 5.000 posti di terapia intensiva, contro gli oltre 30.000 della Germania.
Dopo quasi due anni però devo prendere atto di aver assistito ad una tale incompetenza, a tutti i livelli, che sono portato seriamente a pensare che, dietro di essa, si nasconda invece una indicibile malafede.
Con il "senno di poi" le incongruenze sono talmente tante e talmente macroscopiche, da non poter essere ignorate anche volendo. Partiamo dall'inizio…

A gennaio 2020 cominciano a girare video dalla Cina in cui si vedono persone stramazzare al suolo per strada. Contemporaneamente da noi si minimizza, i media parlano d'altro e nessuno si pone realmente il problema. Verremo poi a sapere che l'Italia non ha in quel momento nemmeno un piano pandemico, eppure tutto va bene madama la marchesa.
A fine gennaio il governo dichiara lo stato di emergenza, su indicazione dell'OMS, ma niente di piú; non si introducono controlli per i voli dalla Cina (lo si farà poi dopo, tardi e male), non si provvede al potenziamento delle strutture ospedaliere, non si pensa di emanare linee guida per l'emergenza, non si pensa ad una formazione del personale sanitario, niente di niente.

A febbraio i primi casi in Italia, due cittadini cinesi, ma nemmeno questo serve a prendere qualche precauzione, anzi il ministro Di Maio prende le nostre scorte di dispositivi di protezione sanitaria e li invia in dono alla Cina… perfetto. Il 28 febbraio a Codogno, nel lodigiano, i primi casi autoctoni, dopo di ché la situazione precipita.

I sanitari ospedalieri sono costretti ad affrontare il nemico a mani nude; lavorano senza nemmeno le mascherine, senza camici monouso e cominciano ben presto ad ammalarsi; gli ospedali lombardi diventano delle vere e proprie centrali di diffusione epidemica.

Il ministero della sanità dirama una circolare in cui raccomanda di non procedere con le autopsie, contraddicendo ogni prassi epidemiologica corretta. Oggi sappiamo che, all'ignoranza derivata da questa disposizione ministeriale, si devono molte morti che si sarebbero potute evitare (esiste in tal senso un'inchiesta aperta dalla procura di Bergamo da cui attendiamo con ansia i rinvii a giudizio).

Ogni possibile terapia che pare dare risultati clinici è immediatamente stoppata e delegittimata da un ministero e un CTS che sembrano aver fatto di tale demolizione il loro unico scopo di esistenza; farmaci usati in tutto il mondo da 70 anni sono improvvisamente messi fuori legge, grazie a studi che poi si riveleranno dei falsi clamorosi.

Tutta l'attività del governo si concentra su provvedimenti che ufficialmente servono al contrasto della diffusione epidemica, ma che nella loro attuazione ottengono l'effetto contrario. Cosí, ad esempio, la decisione di chiudere i confini della Lombardia è annunciata 48 ore prima della sua attuazione, innescando un esodo di centinaia di migliaia di persone che in quelle ore si riversano fuori della regione in tutta Italia… et voilà… quello a cui si puntava fin dall'inizio è servito: 60 milioni di persone agli arresti domiciliari.

Parallelamente il sistema dell'informazione si assegna la missione di terrorizzare, terrorizzare e terrorizzare: se uscite di casa morirete tutti!

Per la prima volta nella storia sono vietate anche le messe cattoliche o qualunque altra funzione religiosa, le città italiane diventano uno scenario degno di quell'immaginario collettivo apocalittico costruito, negli anni precedenti, con film, serie TV, videogiochi, libri, fumetti e la popolazione sembra reagire esattamente come il cane di Pavlov.
Per tre mesi l'Italia vive come se gli zombi fossero arrivati, senza accorgersi che zombi lo erano evidentemente diventati gli italiani già da tempo. Dopo la pausa estiva, in cui lo sport nazionale diventa la criminalizzazione di chiunque mostri un comportamento normale, il copione si ripete, ma con due importanti variazioni sul tema: la cromatizzazione della realtà, che diventa rossa, arancione o gialla, e l'epifania vaccinale, vero e proprio evento messianico. Dopo aver messo in discussione l'efficacia e la sicurezza di farmaci utilizzati senza problemi da decenni, improvvisamente si decide la somministrazione di massa di farmaci vaccinali completamente inediti, ancora in una fase iniziale di sperimentazione, di cui non si conoscono i possibili effetti collaterali a medio e lungo termine e, a ben guardare, nemmeno quelli a breve termine, tanto che i bugiardini degli stessi farmaci sono stati modificati in fretta e furia dopo i primi eventi trombotici… e siamo ormai ad oggi.
Cosa dicono i dati fattuali, depurati da ogni artificio retorico, di tutto quanto successo? Proviamo a fare una sintesi efficace.
Se si prendono in considerazione i dati della mortalità in Italia del 2020 e li si confronta con la media dei 5 anni precedenti, si registra effettivamente un eccesso di mortalità, ma preso cosí questo dato non significa niente. Anche nel 2015, ad esempio, il dato mostra un eccesso rispetto alla stessa media, ma non mi pare che in quell'anno si sia proceduto a niente di quello a cui abbiamo assistito l'anno scorso. Il dato cioè va disaggregato perché possa offrire spunti statisticamente significativi. Se si procede in tal senso infatti si nota che la mortalità per Covid nel 2020 si concentra sia territorialmente che anagraficamente. La stragrande maggioranza dei morti, cioè, ha riguardato persone che abitavano in Lombardia e nei territori immediatamente ad essa limitrofi, che avevano più di 75 anni, con punte di massimo nelle province di Bergamo, Lodi, Brescia e Piacenza e tra gli ultra novantenni. In altri territori e in altre fasce d'età la mortalità si è invece addirittura abbassata.
Oltre alla mortalità attribuita al Covid c'è peró ancora un eccedenza che, se si tiene conto che il confinamento domestico ha contribuito a limitare le morti per incidenti stradali o sul lavoro, risulta significativamente tra le 20.000 e 30.000 persone; dato imputabile al fatto che nessuna patologia che non fosse Covid è stata curata per molto tempo e che, contemporaneamente, si é quasi completamente azzerata l'attività chirurgica e ambulatoriale, oltre al fatto che la gente, terrorizzata, non andasse negli ospedali se non in casi estremi.
Se si tiene conto che per gli ultranovantenni la morte è fisiologica anche in assenza di Covid e che buona parte dei morti della prima fase epidemica al di sotto di quella fascia di età siano da imputare ad un approccio errato procrastinatosi fino a che le autopsie di medici disobbedienti non hanno chiarito che il problema, prima che respiratorio, è trombotico e citochinico, ci rendiamo conto meglio di quanto avvenuto. Praticamente se avessero lasciato che i medici curassero gli ammalati in scienza e coscienza, senza paralizzare e terrorizzare il paese, probabilmente quell'eccesso di mortalità del 2020 sarebbe stato sensibilmente ridimensionato.
Non avrebbero peró potuto imporre, come stanno facendo, una campagna di vaccinazione di massa con dei farmaci sperimentali.
Anche della campagna vaccinale però oggi abbiamo dei dati su cui riflettere.
Ad esempio ci dicono continuamente che gli eventi avversi mortali post vaccinali registrati nei giovani siano 1 su centomila. Pur ammettendo che si tratti di dati reali e non sottostimati da un'inefficace vigilanza passiva, va detto che la mortalità per Covid nella stessa fascia di età è di 1 su cinquecentomila. In pratica per i giovani il vaccino, qualunque esso sia, è 5 volte piú letale della malattia e senza contare gli eventi avversi invalidanti non mortali che sono numerosissimi. 
Ad oggi i vaccini anticovid hanno di fatto causato piú morti che tutti gli altri vaccini messi insieme… 
...e già sento la vocina che sussurra nel vento: "non c'è correlazioneeeeee"... 
Su questo punto dobbiamo chiarirci: Se mi inietti un liquido di cui, per tua stessa ammissione, non sai quasi niente e dopo poco muoio, la correlazione c'è eccome e sei tu che devi dimostrare il contrario; ad esempio eseguendo sistematicamente le autopsie, cosa che ti stai guardando bene dal fare, visto che quelle effettuate hanno sempre fino ad ora dimostrato sia la correlazione che effetti di cui non avevi detto niente.
Tralasciamo per il momento gli effetti a medio e lungo termine che si verificheranno in futuro; negano la correlazione in chi muore dopo poche ore, figuriamoci in chi manifesterà effetti avversi dopo mesi o anni. Quello che posso dire, in conclusione di questa mia riflessione, è che agli errori in buona fede non ci credo più. Ci hanno portato esattamente dove volevano, quello che ancora resta da capire è il perchè… ma non manca molto; ho la vivida convinzione che presto avremo la risposta anche a questo quesito e che, purtroppo, non sarà piacevole.


Gennaro Cangiano (M. I.)

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