In un congresso cattolico svoltosi nella città di Lille, un sacerdote inglese narrò questa storia: Lontano da questa città viveva una famiglia protestante composta da molti figli, uno dei quali (aveva sei anni) sentì un giorno recitare da alcuni cattolici la bellissima preghiera dell’Ave Maria, che risuonò alle sue orecchie come una dolce melodia.
Tornato a casa, il fanciullo, con il candore e la semplicità propria della sua età, recitò ad alta voce, perché la madre la sentisse, la bellissima preghiera dei cattolici.
Ma la madre lo sgridò: “Non ripetere mai più in vita tua queste parole! Sono parole superstiziose dei cattolici, che fanno di Maria una divinità. Maria è una semplice creatura, una donna come un’altra qualsiasi, e niente di più!”.
Il fanciullo tacque. Ma gli restava il piacere di avere sentito per la prima volta l’Ave Maria. Al solo ricordo di questa preghiera, sentiva la sua anima inondata di gioia.
Cresciuto negli anni, leggendo da sé i Vangeli, lo colpì il passo di San Luca: “E l’Angelo disse a Maria: Ave, piena di grazia, il Signore è con te.” Saltando di gioia il ragazzo corse dalla mamma col Vangelo aperto tra le mani, e le disse: “Mamma, leggi qui quello che è scritto nella Bibbia: ‘Ave, piena di grazia.’ Perciò, perché dici che è superstizione pronunziare queste parole?”
La madre, arrabbiandosi, gli strappò il libro tra le mani e gli proibì severamente di tornare a ripetere la frase. Il ragazzo però rimase assai contento di aver recitato un’altra volta l’Ave Maria. Obbedì all’ordine severo della madre, ma non dimenticò mai più la bella preghiera. La recitava da solo con immensa gioia.
Il fanciullo crebbe ancora negli anni e nell’intelligenza. A tredici anni poté capire da solo il passo evangelico e proporsi questo argomento convincente: “O è falso il Vangelo o lo è il protestantesimo. I protestanti lo tengono comer una regola di fede. E allora come possono negare che la Vergine è la più eccellente delle creature e qualcosa di più di una semplice donna, quando lo Vangelo lo attesta tanto chiaramente?”.
Aiutato dalla Grazia, si sentiva irresistibilmente portato a credere quello che insegnava il Vangelo. Continuando a leggere il testo sacro, trovò le altre non meno sublimi parole del Magnificat: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata!”. Questo passo fece brillare nella sua anima la luce definitiva. La grazia e la fede lo guidarono fin d’allora, persuadendolo fermamente della dignità di Maria.
Un giorno, in casa, la conversazione ricadde sul tema protestante che Maria sarebbe una donna come le altre. Allora il figlio, non potendo contenere più la sua indignazione nel sentire simili espessioni, si alzò in piedi e con voce e accento vibranti, protestò così: “No, non è vero! La Santissima Vergine è più che una semplice creatura. L’Angelo, mandato da Dio, La saluta ‘piena di grazia’. E’ la Madre di Gesù, è Madre di Dio. Ma notate la vostra contraddizione. Dite che la Bibbia è l’unico fondamento della fede: se è così perché non le date credito quando dice che tutte le generazioni La chiameranno beata?”.
“Che vedo, che sento! –Gridò inferocita la madre- mio figlio finirà per farsi cattolico!”.
E lo era già senza dubbio, in cuor suo, ma dovette lottare strenuamente contro tutti i suoi familiari. Studiava e si confermava sempre più nella fede, e in ultimo, quando raggiunse la maggiore età, ricevette il Battesimo.
Il ragazzo, ormai in possesso della verità cattolica, sostenne le più dure prove da parte di coloro che, dopo Dio, egli amava con maggiore affetto.
Intanto un fratello cadde gravemente ammalato. In breve si ridusse in fin di vita. Tutti i rimedi della scienza e le premure di coloro che l’amavano parevano insufficienti a scongiurare la morte. Ma Dio ispirò al nostro bravo giovane una felice idea.
“Mamma” –le disse- “Dio è onnipotente, e può, se vuole, ridarci il caro malato, che noi stiamo per perdere. Recitate assieme a me l’Ave Maria, e promettetemi, se il malato riacquisterà la salute, di studiare attentamente la religione cattolica e, se la troverete l’unica vera, giuratemi d’abbracciarla”.
Si può immaginare come fosse accolta tale proposta! La mamma ruggì e fremette come una belva. In preda alla disperazione urlava come una fiera ferita. Intanto il moribondo stava per esalare l’ultimo respiro.
Poco dopo la donna si calmò alquanto e cominciò a pensare tra sé: “Può darsi che si salvi!”.
Vinta dall’amore materno, piegò il capo dinanzi alla necessità del momento e, inginocchiatasi, recitò, assieme al figlio, l’Ave Maria.
Il giorno dopo il malato entrava in convalescenza. L’intercessione di Maria l’aveva salvato! Colei che prima bestemmiava dovette riconoscere la potente intercessione della Vergine Santissima e, come aveva promesso, dopo uno studio serio, abbracciò con tutti i figli la Religione cattolica.
Questo ragazzo –concluse il conferenziere, che era stato ascoltato da tutti con commossa attenzione- questo ragazzo devoto di Maria, è oggi sacerdote, e questo sacerdote, o signori, è colui che ha l’onore di rivolgervi la parola.
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