Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente

giovedì 11 luglio 2019

Gli ultimi tempi...


Imperversa oggi, specie sulla rete, una sorta di follia neomillenarista. Le profezie apocalittiche su un’imminente fine del mondo e sul ritorno di Cristo non si contano. La critica al pontificato di Francesco si coniuga con un immenso coacervo di contraddittorie rivelazioni private che, in realtà, nascondono in sè la profonda crisi personale di chi le segue e le diffonde. Non intendo dire che non sia legittimo criticare il Papa; se non si esprime “ex cathedra” il suo pensiero, per quanto autorevole, non è segnato da infallibilità; ogni critica però deve avere il senso della realtà e della verità, mentre oggi si legge e si ascolta di tutto
. Sciocchezze immani non solo da parte di chi si fa paladino dell’ultraortodossia cattolica, ma anche da chi vuole difendere le posizioni pontifice sempre e comunque, rinunciando ad ogni senso critico.
Le voci lucide, in questo polverone di scemenze, sono poche e fanno molta fatica a farsi spazio tra le urla esaltata dei profeti di sventura di tutte le fazioni. Cerchiamo di far un po’ di chiarezza, innaffiando il terreno polveroso con uno spruzzo di acqua pulita, in modo che la polvere si depositi e ci permetta di distinguere la verità dalla menzogna. Leggiamo insieme questo passo del Vangelo di Matteo:

Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre. (Matteo 24, 32-36)

Gesù pronuncia queste parole dopo aver illustrato ai discepoli la situazione degli ultimi tempi. Per questione di brevità non riporto tutto il testo del capitolo 24 di Matteo, che vi invito ad andare a leggere autonomamente, ma mi limito a riflettere sui cinque versetti riportati perchè risultano essere la chiave per la comprensione dell’intero testo.
Riflettiamo innanzitutto sull’espressione “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”, che significa? Tutta la creazione giace nel tempo e nello spazio, soggetta al mutamento continuo; è questo che significa passare, solo quello che è nel tempo passa. Mentre Gesù ci dice che le sue parole non passeranno, quindi sono eterne... e l’eternità non è un tempo infinito, ma assenza di tempo. Significa che le sue parole possono essere comprese solo se viste dalla parte dell’eternità, dal punto di vista di Dio.
Soffermiamoci adesso invece sull’espressione “In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada”. Se dovessimo interpretare le parole di Gesù come fanno i profeti millenaristi che da sempre imperversano nel cristianesimo, dovremmo dedurre che l’intera profezia degli ultimi tempi si è già verificata al tempo in cui queste parole furono pronunciate, la generazione infatti, nel tempo, era quella contemporanea agli eventi evangelici. Questa riflessione da sola già basta a smontare ogni profezia nefasta che scimmiotta fenomeni di misticismo, ma il mio intento (che dovrebbe essere di tutti) è comprendere il significato vero delle parole di Cristo. Tale frase di Gesù infatti, se vista dal punto di vista dell’eternità, non può che riferirsi alle generazioni di ogni tempo. Cioè ogni generazione è chiamata a vivere il dramma del combattimento escatologico e in ogni uomo ogni famiglia, ogni popolo, ogni nazione, l’umanità... il creato intero geme nelle doglie del parto, in una dimensione frattalica dell’essere in cui la stessa Verità si manifesta ad ogni livello nella sua totalità. Non è la Chiesa il luogo santo dove siederà l’abominio della desolazione, come cercano di predicare gli attuali profeti apocalittici, ma quel luogo santo è il cuore di ogni uomo destinatario della testimonianza e dell’evangelizzazione cristiana... la Chiesa è il corpo di Cristo che si manifesta a lui quando tutto sembra perduto, manifestando sacramentalmente in lui i nuovi cieli e la nuova terra e “le porte degli inferi non prevarranno su di essa”. Quando queste cose avverranno non è dato saperlo agli uomini, non perchè Gesù non conosca la volontà del Padre, che in lui si è donato totalmente, ma perchè riguarda esclusivamente Dio ed ogni singolo uomo. Quello che è dato sapere agli uomini sono i segni che accompagnano il passaggio dalla desolazione alla conversione dell’uomo a Dio e l’esempio del fico è tanto emblematico quanto efficace: “Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte”.
Bisogna considerare, a sostegno di questa mia analisi, che l’intero discorso di Gesù comincia con la predizione della distruzione del tempio di Gerusalemme che, fino ad allora, era sede del Santo dei Santi. Tale distruzione di un tempio di pietra fatto da mani d’uomo, inaugura gli ultimi tempi in cui il Santo dei Santi dimora in un tempio di carne fatto dalle mani di Dio... è questo il significato profondo della Chiesa, edificio costruito di pietre vive, che è Cristo stesso, Dio incarnato, morto e risorto, che si manifesta, rivelando Cristo all’uomo di ogni tempo. La stessa parola “apocalisse” infatti significa “rivelazione” e non fine del mondo. L’ultimo libro della Bibbia è la rivelazione dell’evento Cristiano dal punto di vista di Dio e di come questo si manifesti nella vita di ogni uomo e nella Chiesa di ogni tempo. Giovanni infatti è chiamato a “salire” per vedere le cose da una prospettiva eterna : “Dopo ciò ebbi una visione: una porta era aperta nel cielo. La voce che prima avevo udito parlarmi come una tromba diceva: Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito” (Apocalisse 4, 1).
La mania di seguire profezie apocalittiche e rivelazioni private sulla fine del mondo, evita all’uomo di guardarsi dentro, che è il luogo dove l’abominio della desolazione ha già preso dimora da tempo. Smettetela di cercare fuori di voi stessi le cause della desolazione e del deserto da cui vi sentite circondati, l’apocalisse è già in atto in voi stessi, la Donna vestita di sole è incinta di un figlio che è ogn’uno di voi in Cristo... è lì che il drago cerca di divorarvi prima ancora che veniate alla luce.
Il ritorno di Cristo nella sua Gloria e la resurrezione dei morti per il giudizio finale lasciamolo a Dio... quello su cui l’uomo è chiamato seriamente a lavorare è sè stesso.

Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta, ripeta: «Vieni!». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita. (Apocalisse 22, 17)


Gennaro Cangiano (M.I.)

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