Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente

mercoledì 3 luglio 2019

Quale pane?


Da anni ormai viviamo assistendo ad un fenomeno migratorio a cui non eravamo abituati. Non mi interessa in questa sede affrontare il problema dal punto di vista politico o economico, gli Stati hanno i mezzi e le competenze per tentare di gestirlo e si è fin troppo sproloquiato in materia, quindi non mi soffermo. Quello che voglio approfondire è un altro aspetto del fenomeno che riguarda specificatamente la Chiesa. Da anni ormai dal soglio di Pietro ascoltiamo ininterrottamente sempre lo stesso messaggio; come se dal fenomeno migratorio dipendesse il nostro essere cristiani. Non conosco le motivazioni, che spingono il Papa e le gerarchie vaticane, dietro a questo mantra che ci è proposto opportunamente ed inopportunamente a tutte le ore; quello che so è che, indipendentemente dalle motivazioni umane che ci sono dietro e che possono essere anche poco limpide, quello che succede nella Chiesa è permesso da Dio e quindi in quanto cristiano ho il dovere di comprendere il messaggio. 
Limitandoci a guardare semplicemente l’atteggiamento delle gerarchie, effettivamente si capisce poco; sembra un disco incantato che ripete ininterrottamente sempre la stessa cosa... ma osservando le reazioni del corpo ecclesiale invece le cose si illuminano di una luce inaspettata. Provo a spiegarmi. Le reazioni dei cattolici al mantra vaticano sono sostanzialmente di due tipi.

Il primo vede una parte della Chiesa sposare acriticamente l’invito di Francesco a spendersi a favore dell’accoglienza, vedendo nel migrante il Cristo sofferente e quindi prodigandosi nel vestirlo, sfamarlo e accoglierlo; il secondo invece vede soprattutto che la maggioranza di quelli che accogliamo sono musulmani, che continuare così significherà in un prossimo futuro vedere seriamente compromessa la nostra identità sociale, culturale e religiosa, fino ad intravvedere il pericolo sostanziale di una sostituzione etnica, principalmente tenendo conto del grande divario tra i tassi di natalità che c’è tra immigrati e società occidentali autoctone. Ebbene umanamente possono essere entrambi i punti di vista comprensibili, ma cristianamente sono ambedue degli abbagli pazzeschi. 
Per quanto riguarda il primo approccio, diciamo così, più accogliente c’è un errore gravissimo di impostazione: i migranti non sono il Cristo, ma lo cercano. Siamo noi i cristiani, quelli che a Cristo sono chiamati a conformarsi; loro dovrebbero incontrarlo in noi, ma se noi invece ci ostiniamo a cercarlo fuori, non lo troveremo noi e non lo troveranno loro. Possiamo sfamarli, curarli, ma questo non salverà la loro anima e continueranno comunque ad avere fame domani e ad ammalarsi come ogni uomo, per poi morire senza aver incontrato la Salvezza eterna, nonostante i nostri sforzi e le nostre buone intenzioni di anime pie. Il pane di cui hanno fame è Cristo e quel pane siamo noi, a patto di essere disposti a conformarci a Lui. Se invece, come stà accadendo, portiamo loro solo noi stessi sarà una catastrofe.
Il secondo approccio invece è speculare al primo; non vede nei migranti il Cristo, ma lo vede nella propria cultura, nelle proprie abitudini, nella propria storia, dimenticando che Gesù non è una cultura, non è un’abitudine e nemmeno una storia e non tenendo conto che conformarsi a Lui significa rinunciare a se stessi. 
È chiaro ora il messaggio che ci viene dato dal cielo per vie misteriose, inconsapevoli, ma a reti unificate? Se siete cristiani dovete essere Cristo! Non c’è altro modo di chiamarsi tali ed il fenomeno migratorio ci mette davanti a questa Verità che avevamo da troppo tempo dimenticato. L’opera a cui mettersi a lavorare con urgenza quindi siamo noi stessi e lo Spirito Santo farà il resto... cosa pensavate che fosse il trionfo del cuore immacolato di Maria?

39 E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nel paese dei Giudei e in Gerusalemme; essi lo uccisero, appendendolo a un legno. 40 Ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno e volle che egli si manifestasse 41 non a tutto il popolo, ma ai testimoni prescelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. 42 E ci ha comandato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è colui che è stato da Dio costituito giudice dei vivi e dei morti. 43 Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome».
44 Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo scese su tutti quelli che ascoltavano la Parola. 45 E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliarono che il dono dello Spirito Santo fosse dato anche agli stranieri, 46 perché li udivano parlare in altre lingue e glorificare Dio.
47 Allora Pietro disse: «C'è forse qualcuno che possa negare l'acqua e impedire che siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi?» 48 E comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù. 
(Atti 10, 39-48)



Gennaro Cangiano (M.I.)

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