Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente

domenica 15 dicembre 2019

Grida nel deserto

Dio ti ama così come sei... è una frase che ci sentiamo ripetere in continuazione. In ogni predica, specie se rivolta a chi è lontano dalla vita ecclesiale o ai giovani, si suole sentirla risuonare come un sottofondo che tranquillizza, invita, accoglie, sottintendendo che la relazione con Dio quasi prenda i suoi passi dall'accettazione da parte di Dio di come siamo fatti, compresi ovviamente i nostri difetti e, quindi, nonostante i nostri peccati. Dio è misericordia e amore.
Sarà che sono complicato, ma questa visione di Dio non mi convince e non perché Dio non è amore e misericordia, ma, anzi... proprio per questo.

La concezione di Dio che interviene nella mia vita lasciandola esattamente così com'è è talmente assurda che risulta come una bestemmia. È inutile girarci intorno, nell'incontro con Dio avviene necessariamente una conversione, che è testimonianza del fatto che Dio non ci vuole affatto così come siamo. Dobbiamo ricordare che la parola conversione è usata per rendere la parola greca metánoia, che significa stravolgimento della mente ed è usata sicuramente con questo significato nei vangeli. È questo infatti l'invito che Giovanni il battista fa alle genti; leggiamo: 
«Vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati» (Mc 1,4-5).
Leggendo queste parole è difficile sostenere che Dio ci voglia così come siamo, come se non esistesse il peccato, vanificando cioè ogni atto salvifico, dall'incarnazione alla morte di  croce di Gesù. Il cristiano in realtà è colui che ha rinunciato a se stesso per conformarsi a Cristo e predicare che invece va già bene tutto così com'è svia dal cristianesimo, dirottando la comprensione della propria relazione con Dio su un percorso falso, indipendentemente dalle buone intenzioni di chi tali prediche pronuncia. Nella preparazione all'avvento di Cristo nella nostra vita siamo chiamati a preparargli la via:
 La voce di uno che grida nel deserto: «Preparate la via dell'Eterno, raddrizzate nel deserto una strada per il nostro DIO. Ogni valle sia colmata e ogni monte e colle siano abbassati; i luoghi tortuosi siano raddrizzati e i luoghi scabrosi appianati. Allora la gloria dell'Eterno sarà rivelata e ogni carne la vedrà, perché la bocca dell'Eterno ha parlato» (Isaia 40, 3-5).
Dobbiamo lavorare su noi stessi, siamo chiamati ad appianare tutti gli ostacoli che ci impediscono di accogliere Dio per quello che è e non per quello che pensiamo che sia o, peggio, per come vogliamo che sia. In nessuna parte del vangelo è scritto che tale percorso sia semplice o gratuito; piuttosto esso è presentato come irto di difficolta, di sofferenza, fino al martirio e tale realtà non cambia. Anche se fossero pochissimi gli uomini che comprendono il senso di essa, questa continuerà comunque ad essere l'unica realtà esistente. La promessa di Gesù in tal proposito è che non saremo soli in questo sforzo, ma lui stesso sosterrà con noi ogni difficolta, ogni sofferenza che saremo chiamati ad affrontare.
Il Natale è vicino... preparate le vie del Signore.

Gennaro Cangiano (M. I.) 

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