Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente

martedì 21 gennaio 2020

Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese

Rileggendo il libro dell'Apocalisse di San Giovanni, sono rimasto colpito dallo schema che lo struttura. Quello che salta agli occhi è indubbiamente il numero 7, vera e propria linea guida usata dall'apostolo per dare ordine al testo e non è certamente un caso.
È lo stesso autore a rivelarci quale sia il senso della struttura; al versetto 20 del capitolo 1 leggiamo infatti: "Questo è il senso recondito delle sette stelle che hai visto nella mia destra e dei sette candelabri d'oro, eccolo: le sette stelle sono gli angeli delle sette Chiese e le sette lampade sono le sette Chiese."
La parola greca "angheion", che traduciamo con angelo, significa letteralmente "annunciatore", "messaggero", possiamo quindi ritenere che il messaggio sia rivolto agli annunciatori delle 7 Chiese e quindi ai vescovi che le dirigono. Tendo inoltre a condividere l'interpretazione che vuole che il numero 7 stia ad indicare l'unità della Chiesa universale sotto l'azione dello Spirito Santo. San Giovanni infatti usa il numero sette indistintamente per le Chiese, per i suoi angeli e per gli spiriti che sono al cospetto di Dio. Tale fatto evidenzia nel testo dell'Apocalisse il punto di vista di chi ha vissuto l'evento di Pentecoste; lo Spirito Santo parla alle Chiese rivolgendosi ai loro pastori. Questa interpretazione acquista senso nella lettura dei capitoli successivi, divenendo sempre più chiara.

Quello che voglio approfondire però è un aspetto a cui poco si presta attenzione. Nei primi 4 capitoli, dopo il prologo e la descrizione della visione introduttiva, leggiamo un messaggio che lo Spirito invia, tramite Giovanni, all'angelo di ogn'una delle sette chiese; in esso evidenzia elogi e rimproveri per aspetti specifici della vita di Fede delle comunità. Ogn'uno di questi messaggi è però come chiuso in uno scrigno. Tutti sono infatti preceduti da una definizione di Dio e tutti si concludono con una definizione dell'uomo redento in Cristo. Tali definizioni sono completamente distinte dal senso del messaggio alla specifica Chiesa, risultando un messaggio nel messaggio... Destinato, più che alle specifiche comunità, a chi ha orecchi per intendere.
È come se le vicende che caratterizzavano le Chiese a cui lo Spirito si rivolge, composte da comunità reali e non simboliche, fossero però incastonate in un punto di vista che si colloca fuori dal tempo e dallo spazio, come guardate dall'eternità.
Se si isolano tali definizioni dal merito dei messaggi e le si considerano a se stanti, si evidenzia la Verità eterna della rivelazione (apocalisse) di Dio all'uomo anagogicamente espressa, vale a dire dal punto di vista di Dio.
Vale la pena a questo punto approfondire tali definizioni una per una, pregando lo Spirito Santo perchè ci guidi nell'apertura di un tale scrigno. Analizzeremo prima quelle che definiscono Dio e poi quelle che definiscono il cristiano, l'uomo redento, facendo nostro l'invito dello stesso Spirito: "chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese".

Le 7 definizioni di Dio:


Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro


Lo stesso testo che ho citato sopra, ci spiega che le stelle sono gli angeli delle sette chiese ed i candelabri sono le sette chiese; abbiamo già visto inoltre che gli angeli a cui si rivolge lo Spirito sono i Vescovi della Chiesa e i candelabri sono le comunità che la compongono. Il senso (e quindi la definizione) che vogliamo approfondire è che Dio è colui che abita la Chiesa e tiene i suoi pastori nella sua mano... Non in senso figurato e non come accidente temporale o spaziale, ma come condizione ontologica dell'essere della Chiesa; oggi come al tempo in cui San Giovanni scriveva. Siamo ancora consapevoli di questo? Sappiamo cioè ancora quale sia la natura vera della Chiesa di cui siamo pietre vive? Spesso pensiamo ad essa come a un'organizzazione umana, fraintendendone completamente così il senso, lo scopo e la missione; addirittura qualcuno si ostina ad ipotizzare e a proporre un cristianesimo senza la Chiesa, ma questo sarebbe di fatto un cristianesimo senza Dio, in quanto Dio è colui che abita la Chiesa e tiene i suoi pastori nella sua mano. Questo, è bene chiarirlo, non per merito dei pastori, ma per amore.

Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed è tornato alla vita

Colui che abita la Chiesa non è un essere inconoscibile, Egli è Gesù Cristo, morto e risorto, artefice e fine ultimo della creazione. Egli è l'eternità che, nell'incarnazione, rivela il senso del tempo e dello spazio e, con la redenzione, eleva ogni cosa a sè, svelando così di ogni cosa il profondo senso esistenziale.
Spesso, abbagliati da un dialogo interreligioso tutto umano, dimentichiamo che solo in Cristo Gesù è la salvezza; il confronto umano tra culture religiose è sicuramente possibile, ma non dobbiamo mai dimenticare che il cristianesimo non è una religione, ma è Dio stesso, colui che abita la Chiesa e tiene i suoi pastori nella sua mano.



Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli

La spada a due tagli è la Parola di Dio, che colpisce chi la ascolta e chi la proclama. Essa è il Verbo di Dio che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi e che dà, a coloro che la accolgono, il potere di diventare figli di Dio. È la parola di colui che abita la Chiesa e che tiene i suoi pastori nella sua mano; non si può prescindere da essa, la si accoglie, lasciandosi da essa purificare. È Dio che parla agli uomini, oggi come ai tempi di Abramo.

Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente

La parola di Dio ci fa figli nella misura in cui ci conforma al Figlio unigenito. La fiamma che Mosè vide e udì nel roveto oggi si rivela in Cristo, vero Dio, e, nella sua carne splendente, uomo vero e puro. Gesù è la verità della Divinità e la verità dell'umanità che si mostrano nel loro essere uno. Ogni tentativo, che ancora vediamo oggi serpeggiare, di descrivere Gesù come un grande maestro, uno dei grandi saggi della storia, una sorta di uomo illuminato, negandone però la divinità, è un impostura; così come lo è voler asserire la non veridicità storica della sua umanità. Cristo Gesù, vero Dio e Vero uomo, morto e risorto, principio e fine dell'essere, è colui che abita la Chiesa e tiene i pastori nella sua mano.

Così parla Colui che possiede i sette spiriti di Dio e le sette stelle

Lo Spirito Santo è Dio presente in Cristo e le stelle che lo annunciano, i pastori della Chiesa, sono suoi, voce dello Spirito che parla alla Chiesa, annunciatori in Cristo dell'umanità redenta. È impossibile andare contro i pastori senza ritrovarsi, prima o poi, ad andare contro Dio.

Così parla il Santo, il Verace, Colui che ha la chiave di Davide: quando egli apre nessuno chiude, e quando chiude nessuno apre

La Chiave di Davide, che schiude all'uomo il bene supremo della vita eterna, della vera ricchezza, è menzionata da Isaia come poggiata sulle spalle di colui che la possiede: “Metterò sulla sua spalla la chiave della casa di Davide, egli aprirà e nessuno chiuderà, egli chiuderà e nessuno aprirà!” (Isaia 22,22)... È la croce di Cristo che apre per chi la accetta e chiude per chi la rifiuta; non vi è altra via che elevi l'uomo a figlio nel Figlio e, per quanto stretta e dolorosa essa sia, va accettata. Ogni visione del cristianesimo che escluda la croce, esclude di fatto Cristo. Spesso sentiamo accusare di anacronismo chi si ostina a vedere nella sofferenza offerta a Dio la via maestra per la santificazione; - Cristo è risorto! - esclamano i sedicenti santi più santi di Dio, dimenticando che l'unione in Lui avviene proprio nel sacrificio della croce. "Chi vuole venire dietro a me prenda la sua croce e mi segua" dice colui che abita la Chiesa e tiene i pastori nella sua mano... Solo così potrà esservi resurrezione.

Così parla l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio

Gesù Cristo incarnato, morto e risorto è principio e compimento della creazione; Egli è l'agnello immolato fin dalle fondamenta del mondo, come si legge nel capitolo 13 della stessa Apocalisse. L'universo non è altro che il luogo atto all'accoglimento dell'incarnazione, che in Cristo, quindi, vede il compimento del proprio essere. Questo compimento è colui che abita la Chiesa e tiene i pastori nella sua mano.

Le 7 definizioni del cristiano:

Al vincitore darò da mangiare dell'albero della vita, che sta nel paradiso di Dio.

San Paolo dice di aver combattuto la buona battaglia, di aver perseverato è conservato la Fede; lui è un vincitore. L''uomo, redento in Cristo, in Cristo vive in eterno e la sua condizione è talmente elevata da essere al di là di qualunque immaginazione umana. Il cristiano è Cristo in Cristo, ammesso al cuore stesso della vita.

Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte.

La morte spirituale è definitivamente vinta in Cristo, svanita insieme al peccato che la misericordia divina ha perdonato. Il cristiano è colui che ha lavato le proprie vesti nel sangue dell'agnello e, nella veste battesimale immacolata, è elevato da Dio alla vita eterna.

Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi la riceve.

Quando fu scritta l’Apocalisse, una pietruzza bianca era il simbolo dell’innocenza. Quando si doveva essere giudicati in tribunale per un reato, una pietra bianca significava l’assoluzione, e una pietra nera colpevolezza. Ricevere una pietra bianca significa essere libero dalla condanna; essere stato provato ed essere stato trovato degno. Il nome nascosto è il nome stesso di Cristo, che gli altri uomini non vedono, ma che il cristiano vero riconosce come il suo profondo essere... Dice San Paolo: "non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me". La manna nascosta è l'intimità con Dio, incomunicabile agli altri, ma permeante ogni pensiero, ogni emozione, come luce che scorre nelle vene.

Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere, darò autorità sopra le nazioni; le pascolerà con bastone di ferro e le frantumerà come vasi di terracotta, con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la stella del mattino.

Il cristiano è colui che non si affanna nelle proprie opere, ma persevera fino alla fine nelle opere di Dio; sono queste che danno al cristiano l'autorità sul principe di questo mondo; nel nome di Cristo il cristiano scaccia i demoni... Li frantuma come vasi di terracotta. Al cristiano è data autorità sul capo delle potenze infernali, sul portatore di luce, Lucifero, la stella del mattino.

Il vincitore sarà dunque vestito di bianche vesti, non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli.

Il cristiano che combatte la buona battaglia, perseverando nella Fede fino alla fine, partecipa della vita divina in eterno; è esaltato in Dio davanti ai suoi angeli, che riconoscono in lui il Cristo.

Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più. Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo, da presso il mio Dio, insieme con il mio nome nuovo.

Il cristiano vincitore è esso stesso colonna della Chiesa, santo nella santità di Dio. È Cristo lui stesso ed il suo nome è il nome stesso di Dio.

Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono.

Il cristiano che ha perseverato fino alla fine, siede in Cristo sul trono stesso di Dio. Il cristiano e Dio non sono più due, ma uno nell'unico Cristo Signore... Dio si è fatto uomo perchè l'uomo divenga Dio.

Gennaro Cangiano (M.I.)

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