Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente

lunedì 24 febbraio 2020

In virus veritas

Mi distacco, un poco controvoglia, dagli argomenti su cui amo speculare, per occuparmi anch'io del coronavirus... Si lo so, non sono un medico virologo, non sono un epidemiologo, non sono nemmeno un infermiere, ma non sono nemmeno un ingenuo. Sarà che vivo in Lombardia a una decina di km dalla zona in quarantena, ma questa storia dell'epidemia la sto seguendo molto attentamente e, tra le sciocchezze che sento dire da troppe parti, devo assolutamente tentare di distinguere tra quello che sono i fatti e quello che è invece pura e ignorante propaganda... Mi spiego cercando di rispondere a due quesiti fondamentali.


Perchè l'Italia è l'unico paese occidentale che ha veri e propri focolai epidemici sul proprio territorio?

Per capire il senso di questa domanda e volendo evitare di dire che sia solo sfortuna, dobbiamo rispondere ad un'altra domanda: In cosa le azioni del governo italiano si differenziano da quelle degli altri paesi europei? Veramente, come dice Conte, abbiamo più contagi perché facciamo più tamponi, come se i Francesi o i tedeschi fossero degli sprovveduti? Non riesco a dare ragione a Conte, non credo che gli altri europei siano degli sprovveduti e, quindi, devo ritenere che la verità sia un'altra. L'Italia infatti è l'unico paese che ha interrotto i voli diretti da e per la Cina è questo, che fu sbandierato come provvedimento esemplare, è probabilmente l'origine dei nostri problemi. La Francia ad esempio ha preso un provvedimento diverso, così come la Germania o anche la Spagna, che è quello che ricalca banalmente le linee guida dell' OMS... perchè i nostri governanti abbiano deciso diversamente resta per me un mistero. Comunque la Francia procede più o meno così: non chiude i collegamenti diretti, tutti i passeggeri dei voli provenienti da zone a rischio sono sottoposti a screening medico generale e viene loro richiesto di dichiarare la propria storia anamnestica degli ultimi tempi, compilando un modulo in cui indicare i recapiti di tracciabilità; dopo di chè gli stessi sono monitorati periodicamente per un periodo di tre settimane. Questo chiaramente non impedisce che qualcuno si possa manifestare come ammalato nei giorni che seguono, ma immediatamente è possibile intervenire isolando non solo lui, ma immediatamente anche la sua famiglia e tutti quelli che con lui sono entrati in contatto e hanno viaggiato, sapendo già chi sono, dove vivono e come possano essere rintracciati. Aver chiuso i voli diretti ha impedito di fatto all'Italia un tale monitoraggio. Chi non è potuto arrivare da noi con voli diretti, lo ha fatto facendo scalo a Francoforte, Mosca, Parigi, Dubai... E, una volta arrivati, lì abbiamo persi per sempre. Per questo la Francia ha meno contagi, pur avendo effettuato solo 400 test e noi invece siamo costretti a sottoporre a tampone intere popolazioni, ignorando completamente chi possa essere il famigerato paziente zero e dovendo far fronte ad una vera e propria epidemia.

2) le misure di contenimento messe in atto dal governo sono eccessive per quella che, anche da alcuni esperti, è definita poco più di un influenza?

Il problema, messo in questi termini, è mal posto. È chiaro innanzitutto come il governo si sia visto esplodere tra le mani una situazione che aveva pensato di poter gestire diversamente e di cui, in ogni i caso, dovrà assumersene la responsabilità. Per comprendere quello che voglio dire cerchiamo di capire quali siano i numeri di questa epidemia: ad oggi, su 80.000 casi accertati nel mondo, i morti sono circa 2.700 (poco più del 3%) e i guariti sono circa 25.000. Tutti si concentrano sui morti, evidenziando che si tratta, nella maggior parte dei casi, di persone anziane o comunque già debilitate. Questo fatto, che dovrebbe aiutare a non sopravvalutare il rischio, dovrebbe anche però rendere evidente come sia preciso dovere di ogni società civile difendere i propri membri più deboli; evitare che il contagio si diffonda, anche se avesse solo questo come scopo, sarebbe già più che giustificato. Vorrei però stimolare in voi un altro ragionamento. Ad oggi in Italia abbiamo circa 200 contagi, di cui una ventina in terapia intensiva, una novantina ricoverati comunque in ospedale, ma non in rianimazione, una novantina di positivi per ora asintomatici in isolamento presso la propria abitazione e sette morti. Fino ad oggi, con questi numeri, la situazione è abbastanza gestibile, ma vi faccio una domanda: vista la grande infettività di questo coronavirus, su una popolazione di 30 milioni di abitanti che vive nel nord Italia e tenuto conto che in due giorni i contagiati accertati sono più di 200, è inverosimile che possano diventare decine di migliaia? Se divenissero in pochi mesi diciamo 20.000 che cosa succederebbe? I morti sarebbero sui 500, i guariti sarebbero sui 5000, 8.000 circa sarebbero gli asintomatici, 7000 i ricoverati di cui 3000 in terapia intensiva. Cioè l'intero sistema sanitario del nord Italia sarebbe in tilt, tutti i posti di rianimazione sarebbero occupati da ammalati da coronavirus, quindi non sarebbe possibile effettuare nessun intervento chirurgico, gli ospedali sarebbero completamente saturi e gli affetti da tutte le altre patologie dovrebbero essere ricoverati in ospedali da campo, nelle palestre, nelle scuole, nelle caserme... Il caos totale, con la mortalità di tutte le altre patologie che si innalzerebbe inevitabilmente, il paese completamente isolato e l'economia a pezzi. Capito perchè non si tratta di una banale influenza? Contenere il contagio è la priorità; la situazione può in poco tempo diventare ingestibile e Conte, che continua a dire che la situazione è sotto controllo, sarà responsabile, con il suo governo, di ogni sviluppo che il futuro ci riserva... Auguri.

Gennaro Cangiano (M.I.)




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